Vivi Stabio

Civiltà contadina

Un Comune dalle tradizioni contadine che ha sempre saputo adattarsi ai cambiamenti

Agricoltura, allevamento e pastorizia

Pur essendo la documentazione disponibile relativa alla preistoria nella regione molto scarsa, il rinvenimento di alcuni antichi reperti presso il sito palafitticolo dell’Isolino Virginia sul lago di Varese e gli studi condotti sul terreno, in particolare alle Gole della Breggia, permettono di fare risalire i primi insediamenti nell’Insubria al Neolitico (VI millennio a.C.), in una fase in cui si consolidò la diffusione dell’economia contadina (agricoltura, allevamento e pastorizia).

Le poche informazioni non vanno interpretate nel senso di una ridotta occupazione della regione ma vanno piuttosto attribuite alla casualità delle scoperte. Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che anche nel territorio del Mendrisiotto esistano siti archeologicinon ancora scoperti risalenti alle fasi che hanno dato origine alla civiltà contadina.

Dai campi di cereali alle filande

Nei secoli precedenti l’800 le attività dei villaggi si svolsero alle condizioni medievali, con un’agricoltura di sussistenza incentrata principalmente sulla coltivazione del frumento e di altri cereali come il mais.

Nell’800, in particolare nel Mendrisiotto, si sviluppò la coltivazione del gelso per la bachicultura, che polarizzò l’attività dei contadini fino agli anni ‘20 del XX secolo. Già nel 1814 erano attive nella zona una ventina di filande e l’industria della seta occupava un gran numero di operaie. Verso la metà del secolo però la bachicoltura cominciò a conoscere tempi difficili, a causa di malattie dei bachi e dei gelsi, della concorrenza asiatica e della nascita dei primi filati sintetici. Il declino inesorabile dell’industria della seta modificò le abitudini e il paesaggio: i filari di gelsi che coprivano i campi e i bordi delle strade scomparvero, lasciando il posto a nuove coltivazioni.

L’avvento del tabacco

Fu in questi anni che nacquero i primi campi di tabacco, un’attività che si sviluppò rapidamente soprattutto nel Mendrisiotto e nel Locarnese. Nel 1892 si contavano nella regione sei fabbriche di sigari, nel 1898 erano 23 e nel 1901 ben 28. Anche se la flessione causata dalla crisi dell'immediato dopoguerra fra il 1920 e il 1923 pose grossi problemi, nel 1929 si registravano nel Mendrisiotto ancora ben 33 aziende. Da questi dati sintetici è facile dedurre che la coltivazione del tabacco ebbe in quegli anni una notevole importanza. Fino agli anni '50 non c'era praticamente contadino della zona che non avesse almeno un appezzamento coltivato a tabacco.

Il declino della famiglia contadina

Dopo la metà degli anni '50 inizia la drastica parabola discendente della produzione di tabacco. I 1’427 coltivatori ticinesi del 1955 si riducono a 30 nel 1987. Il terreno agricolo cede il passo agli insediamenti industriali e abitativi e la famiglia contadina che si conosceva si estingue. Inoltre, gli elevati costi per la manodopera extrafamiliare e per il lavoro manuale, la difficoltà di investire per razionalizzare e meccanizzare i processi e il cambiamento dei comportamenti in relazione al fumo sono tutti fattori che determineranno la scomparsa del settore.

Un mercato con nuove esigenze

Ancora una volta il paesaggio e le abitudini cambiarono: dagli anni '60 si intensificano la viticoltura e l'orticoltura con nuovi insediamenti a vigneto e la posa di serre per la coltura di frutta e verdura,  per soddisfare un mercato alimentare in crescita e che richiede prodotti anche fuori stagione.

Viticoltura e orticoltura diventeranno, praticamente fino ai nostri giorni, le sole attività di una certa importanza a mantenere un legame e a ricordarci quel mondo rurale e agricolo presente a Stabio probabilmente dal neolitico e sicuramente da oltre 2000 anni, che fino a poche decine di anni fa era ancora organico e vivo.